paura
[ AG ] rafforzativi, attenuativi
parlato spontaneo
paura a.
esclamazione
(tu) non aver paura!
forma usata per asserire qualcosa di cui si è certissimi
SC
SF
a quell'oddio
Si dice: c’ha dato dentro, magari... / Ha daho dentro, sì. / Un dovea dì nulla, poi l’ha aperto bocca, vai, un avé paura, c’ha dato dentro a quell’oddìo. Quando uno dice, magari, le cose che le tiene, e poi non le dovrebbe dire, poi parte, e chi l’ascolta dice: Non avé paura, quand’ha preso la parola lui, c’ha dato dentro.
E’ li conosco i mi’ polli, un avé paura, vai! // A vorte magari si pò dire: Icché t’ha’ paura, che un torni? Se mangia, torna a casa – un avé paura, – a mangiare. // (R.: si dice: lasciare lo strascico come le lumache?) Vòl dire ’ndó va lui, quando dice: Ma che c’è stato i’ tizio? / Eh, un avé paura! Pecché gl’ha fatto delle cose che lascia lo strascico come le lumache. // Sì, si dice: Eh, ancora un è buio! Vale a dire: te, quando tu cominci a fare una cosa, che la ti (v)a bene: E’ un avé paura, e ancora un è buio! Si dice. Vale a dire la giornata la seguita, oppure l’è una cosa che tu speri la seguiti.