giulèbbe
[ MB ] il buono e il cattivo in cucina
GB di persona raffinata
giulèbbe
sost. maschile
di pietanza (in genere di consistenza mielosa) o bevanda buona e dolcissima; in partic., vino dolce
SF
RI
essere / sembrare pisciato dagli angioli / angeli
L’è un giulèbbe! Si dicea. / Ecco! Un giulèbbe: Come l’è questo vino! L’è un giulèbbe! Speciale. Magari un vino vecchio, invecchiato bene. / Sembr’un giulebbe. / I’ giulebbe l’è una cosa bona. L’è i’ massimo, un giulebbe. / I’ giulebbe l’era dorce. A’ bambini si metteva in bocca cand’ e’ c’avean le gingive ’nfiammate, perché sfiammava, e nello stesso tempo l’era dorce. Le vecchie lavavano anche ’ bambini co i’ vino, perché dicean venian più forti. / Certo! Co’ vinacciòli!
Un giulebbe sì! anche i’ vino bono tu dici: Madonna, l’è un giulebbe! si può dire anche ora, ha’ voglia! sulla persona no, giulebbe! Giulebbe l’è sulla roba da mangiare! su una persona si dice: L’è un bigiù! // Un giulebbe sì, l’è una cosa fine anche quando l’è buono, squisito (si usa) anche ora! L’è i’ massimo della bontà, ecco! Giulebbe l’è i’ massimo su una... cosa, no su una persona! Sulla persona s’adopra la parola francese, si dice: Uhm, come tu se’ vestiha, tu sembri un bigiù! Eppure: questo unn'è una parola italiana! // Addirittura noi si dice: Madonna, gl’è un vino, gl’è un giulebbe! Pisciato dagl’angioli!
Z 'cibo o bevanda troppo dolce'
PF 'cibo o bevanda troppo dolce'
Gradit tosc. 'cibo o bevanda troppo dolce', 'persona sdolcinata'