arrovèscia
[ GR ] forme che interessano per l’aspetto fono-morfologico
parlato spontaneo

arrovèscia a.
loc. avv.

all’arrovescia
al contrario

SC SF RI
all'incontro
prendere / pigliare uno per il verso del pelo

Ma anche riferito – non so – se uno piglia un ago, lo gira, e tende a ’nfilare i’ filo dalla parte della punta: Tu ce l’hai all’incontro! Potevan dire, a quell’epoca. / ’Nvece magari si dice: No, giralo, giralo. Tu l’ha’ messo all’arrovescia, giralo! // Sì, a rovescio, tu ti se’ messa ’na cosa a rovescio. Tu guardi i’ rovescio delle cose. In genere ho sempre sentito dire o a rovescio o all’arrovescia.

Sì. Quello, conoscendo che l’è un caratteraccio, non prende i’ pelo all’arrovescia, che allora tu , ma prendere per i’ verso di’ pelo, per vedere di ottené qualcosa: Piglialo per i’ verso di’ pelo, perché se i’ pelo tu lo pigli all’arrovescia, si rizza, e diventa brutto, ritto. // (Il barattolo dell’olio) Si mette per… a, all’arrovescia per un po’ di tempo in modo che dentro s’asciughi. // Normalmente l’eran tutte destre, le farci. Io ero mancino, sicché praticamente… Tant’è vero la farce la tenevo… all’arrovescia, perché la farce la c’avrebbe la lama, no? E la costola, bene? Io ’nvece l’addopravo sempre da quell’attra parte. // L’è fatt’all’arrovescia di chello che deve fare.

Ora a i’ gioco delle carte si cerca di far più punti possibili – no? – ecco: fa’ all’arrovescia! Lì non devi fa punti! Vince chi fa meno! // I’ tre è quello che conta più di tutti, ne ne, ni’ gioco sia di’ ventuno, sia de de de’ tressette, sia de de’ terziglio e anche della meno, ma all’arrovescia! Tant’è vero che io butto via le carte bone alla meno...