compagnìa
[ AG ] rafforzativi, attenuativi
parlato spontaneo
compagnìa a.
locuzione
e compagnia bella
e così via, eccetera, per sottintendere una o più cose simili a quelle enunciate
SC SF RI
Io in casa, in cucina, c’ho una madia, molto vecchia, gl’è stato fatto i’ trattamento per i tarli e compagnia bella, eh… // C’era tutti capannai, tutta gente che andavano al capanno con dieci dodici gabbie, con de’ richiami tenuti fermi lì e compagnia bella. // Nome... credo scientifico, propio, come i porcini sono i boleti e compagnia bella.
E’ ce n’è tante di donne da finestra, che stanno sotto le persiane, a bra(c)are, e compagnia bella, pe riportare. E’ ce n’è tante di codeste costì. Un lo so se le chiaman donne da finestra, però. // Sì, e gni si dice: Te tu se’ troppo fantasioso, pecchè tu pensi a una cosa, a un’antra... e compagnia bella. Sennò, mettiamo, e’ pensa a una fantasia che la un la po’ fare, ’nsomma. Te tu se’ troppo fantasioso.
Volea dire fregare i’ prete o compagnia bella: ricevuta la grazia gabbato lo santo! // Sì, e’ barroccini fòri oltre a vendere brigidini, duri di menta e compagnia bella, vendeano anche questi, queste rame (?) e coso, con delle stelle filanti, ’nsomma così, e ai, a’ ragazzi basta – no?
Z 'e tutti gli altri' e fig. 'eccetera, eccetera'
Gradit com.