curare
[ CM ] malesseri e malattie
GB
curare
verbo transitivo
essere sensibile a qualcosa, subirne gli effetti in modo considerevole, detto in riferimento al freddo, al caldo, al solletico, alla fame
SC SF RI
Io per esempio curo tanto i’ freddo! Ora ho ’ncominciato a curare anch’i’ caldo, sicché un so come fare! E poi curo i’ solletico, eccome!
Uno che gli fa freddo, dice: Madonna, come cur’i’ freddo ioo… Lo sente, capito. Sente freddo. (R.: si può dire anche d’altre cose?) Si può dir anche di’ caldo, sì. Io… curo tant’ i’ caldo, mi dà noia tanto i’ caldo: perché lo curo tanto. (R.: e il solletico?) Sì, ci sta anch’ i’ solletico. Le son tutte cose che le si possano abbinare ’nsieme: caldo, freddo, solletico… fame! Anche la fame! L’è la stessa: Come curo la fame io…! Un la cura nessuno! Pecché quello gl’ha fame, (c)a(p)ito? Sente tanto, caìto. Lo stesso come curare i’ freddo, ’nsomma.
Come no? Io cur’i’ freddo, sì! (R.: curare il solletico...) Come no? Quello poi... E’ cura i’ solletico: porca miseria! // Sì! quello si potrebbe dire: cur’i’ freddo, cur’i’ caldo... è detto... presempio, io curo i’ cardo, lei la cura i’ freddo! Quello è propio fiorentino: quand’uno soffre i’ freddo, soffre i’ solletico: se lo cura! // No! Perché l’ulivo l’è un frutto! L’albero lo sente: un lo cura, no! Sente i’ gelo... io curo i’ freddo, mamma mia!