gèrgo
[ AG ] la parola e il silenzio
altre fonti
gèrgo
sost. maschile
parlata vernacolare, in riferimento alla propria
SC SF RI
Qui si dice: Vai, l’è andato di fòri. Il di fori sta sempre per tutto, nel gergo. // Cioè, sì sì. Anche questo. Attuale. / L’è ancora nel gergo nostro. ’Nsomma, viene detto da noi. Perché a noi ci viene.
Gergo è un modo di parlare. Un gergo. Gergo di Campi e Peretola l’è un gergo diverzo da i’ fiorentino, ’nsomma. / Invece di dire in dialetto, si dice in gergo. // L’era propio di gergo, quelle parole che praticamente le ’nventa un rione. Poi dopo le vengan passate di bocca ’n bocca, diventa… diventa linguaggio. Ma l’è un’uscita magari di carcheduno, capito? Che poi dopo piano piano… // Anatra muta si dice. E ni’ gergo di tutt’e due la si chiama nana, capito? // (R. si dice botro di uno che non è mai… ) / Sazio? Sì, l’ho sentito dire, ma non è un gergo fiorentino. Lo dicano ’n campagna codesto. // Quando… quando ’nzomma si parlava proprio, diciamo, i’ gergo di qui, di San Frediano, ecco, c’era: palamidone, presempio, la giacchetta, che la giacca, da omo, l’era giacchetta.
Comunque è un gergo che li sta scomparendo… // Sono stato pres’a legnate, più che altro! I’ gergo nostro l’era chesto! // Quello proprio noi si dice! S’è levato i’ corpo di grinze, sì! sì, quello senz’altro, l’è proprio codesto i’ gergo nostro! // Gabba sta, sta a significare inganno, no?, ingannacristiani, ma: ma non era ne’ gergo normale, ecco... // (R.: di nidio si dice anche di una cosa raffinata e preziosa?) Si bè codesto sì, ma… ne’ ne’ gergo popolare s’intendea più (u)na cosa di, come si dicea avanti, di comodità, di benessere, proletario proprio, no raffinato!