gòdere (gòde)
[ GR ] forme che interessano per l’aspetto fono-morfologico
GB
gòdere (gòde)
verbo intransitivo
godere
SC RI
Ah, gòdere. Quando uno mangia. Gòdere, vòl dire propio mangiare, e vedere cogl’occhi, più cogl’occhi che collo stomaco. Gòdere. Propio un godimento interiore! Gl’è un gran gòdere! Sentire il cibo e sentirlo nel cervello prima di andare allo stomaco.
Ecco: perché t’ho detto se lo dico a una donna – scusa, eh! – lo dico a te: lo posso anche dire! Lo dico a quell’altro che c’era: un lo dico mai! (R.: viene usato solo in riferimento a una donna?) Non lo direi a codesta maniera! I’ gòdere ha troppi significati! Odìo... può anche... io in questo momento mi godo della tua... ecco, io in questo momento mi godo della tua compagnia. E l’è vero, questo! Quello che sto dicendo, e soprattutto di quello che tu mi pòi anche insegnare! Ma, ecco: perché siamo nella fattispecie, siamo in un contesto che questa parola ci può anche stare! Ma se io dico: Via, fa’ meno i’ prezioso, fatti gòdere: è un po’ ambiguo! Mentre se io dico: Guarda, magari: scendi di cattedra, e fortunatamente non ti poni in codesta maniera, e fatti gòdere della tua esp(erienza), è tutto un altro discorso! Lo direi: sì e no.