gufare
[ AG ] fortuna e sfortuna
GB 'detto del suono che manda fuori il gufo'

gufare
verbo us. assol.

fare discorsi considerati di malaugurio, portare sfortuna

SC SF

Penso di sì, perché non so quale altro termine si possa dare... I’ verso del gufo, tu lo senti... Non so nemmeno com’è fatto, tra l’altro, i’ gufo, come fa? Boh, non lo so, gufa, secondo te? Si dice gufare? Il gufo? Infatti si dice anche noi... Un momento questo viene adoprato, eh! Presempio, nei termini sportivi, anche ora dicono, magari: Eh, te parli così... – c’è la partita Inter-Milan, uno trova tutti i cavilli nel Milan, dice: Ora non cominciare, tu cominci a gufare, ora. Ecco, allora viene applicato. Gufare forse si pò dì. Può darsi, può darsi, è un termine che ancora viene applicato, sotto questi... Quando uno parla in una maniera, a scapito di quella persona o di quell’articolo che tratta.... Porta male... Sì, porta male. Gufare, sì. E quindi i’ gufo probabilmente gufa perché civetta e gufo dicono porta male, a sentìlli, poi magari un è vero nulla, ma ’nsomma.

Gufare si dice... non so... Te dici: Mah, speriamo il tuo fidanzato non ti lasci così... L’indomani mi lascia, dico: Tu m’hai gufato. M’ha’ portato male. Perché i’ gufo porta male. Allora. // Gufare l’è quando uno ti porta male. Noi si… (R.: come fa una persona a portare male?) Eh, come fa uno a portà male! La superstizione tua. Che la ti fa credere che quello t’abbia gufato, e ti porti male, ca(p)ito? L’è la superstizione mia! Io, pe modo di dire, son superstizioso a i’ massimo. ’Orco cane, un po’ di più! // Eh, perché i’ gufo, vedi… / I’ gufo porta male. / Sìeh! / Guardi che viene detto ancora: Tu se’ stato a gufare infin a ora. A gufare, sì! Va bene, signora? Tu se’ stato a gufare infin a ora. Chi (= qui) accant’a me. Tante volte, quello che gl’è a giocare c’ha un’accanto e l’è (?) perché un gli passa le carte: Dio bono! Tu se’ chi a gufare l’è un’ora che . Ecco, si dic(e) ancora.

Z v.i. 'emettere il proprio grido caratteristico, detto del gufo': v.t. 'beffeggiare'

PF v.i. 'fare, imitare il verso del gufo'; v. t. arc. 'beffare, burlare'

Gradit gerg.