ìe
[ AG ] rafforzativi, attenuativi
altre fonti hie, ie 'esclamazione che esprime diniego'

ìe
esclamazione

sì; ma anche no, realizzato anche nella forma enfatica ìeh

SF RI

I’ mi’ nipotino, quand’e’ si diceva: Mangia. / Íe! Un volea mangiare. Diceva sempre: Íe! I mia, tanto i’ mi’ figliòlo quanto i mi’ nipoti, gl’hanno sempre fatto ’ngrullire pe mangiare. (R.: esprime anche meraviglia?) / Íe, ma che tu mi dici! / Ma che tu mi racconti? / Íe! Oppure: Íe! È successa una cosa così? Íe!… Lo sai l’è vent’all’otto? / Íe! // Io, ecco, c’ho… m’hanno regalato a i’ mi’ figliolo una cullina… diversa roba, e me l’ha portata tutta in casa mia. In quella stanza non ci posso entrare che sento puzzo di lezzo, propio. / Di sudicio. / Di sporco, di… / E allora come tu fai con quella roba? La butti via? / Ehh! / Puliscila, guarda, sarà meglio tu la pulisca! / Noo! Ie! Ho detto: Buttàhe via ugni cosa! // Un bucone l’è anche una persona dimórto grassa. Sì: Íeh, bucone che gl’è quello. Ciccione vòr dire. // Che tu ce l’ha’ ancora, te? / Io sì. / Íe! E l’è un po’ d’anni e via. Lo sa’ a chi lo dato? Ai lustratori di mobili perché ugni (= non gli) si graffi i mobili quande l’hanno lustrati.

Quello l’è un bel gigò: sempre così, però uno che a un certo momento... che uno un era disposto... dice: Via, c’è da dare una mano, rimbocchiamoci le mani... No! Uno che volea stà sempre ’ncravattato, sempre... Íeh! Quello gl’è un bel gigò...