mónte
[ SO ] tanto e poco
GB 'grande quantità di checchessia': un monte di ragioni
mónte a.
locuzione
un monte (di)
tanto, tanti, riferito a sostantivi astratti, non cumulabili; anche in funzione avverbiale
Senti che troiaino bono che ’ t’ho fatto! Cioè, troiaio. Io, i miei antipasti, mi diverto un monte, li chiamo troiaini. E’ son gl’intrugli.
Magari si potea dire: Tu c’ha’ capelli d’un monte di colori! Ecco. A volte di facevano i’ colore. Se lo facéan da sé, dimórte. // Io magari ho sentito dire: O che l’è, San Giuseppe! Magari, che ’ c’ha un monte di frittelle davanti uno ecco: Che è San Giuseppe? Che è San Giuseppe, sì, lo dic’anch’io: O ch’è San Giuseppe! Tu c’ha’ un monte di frittelle costì! Ecco. // (R.: popone?) Ha’ voglia! Ma guarda che popone l’è quello! Che sbaglia, non fa le cose giuste. Se tu li metti a fa un caffè, tu gli’nsegni un monte e non gli riesce ma’ fàllo bene. Dice: Guarda che popone, gli s’è insegnato un monte, e poi…
Allora: uno, uno li viene ’nvitato a casa e mettano un monte di belle cose – no? – ’nsomma – quello che s’era dato un monte da fare pe preparare de’ manicaretti..., s’accorge che questo un mangia sicché pensa: questo, prima di mangiare ha mangiaho fòri! // Questo lìtica sempre oppure fa un monte d’osservazioni ma ’n fondo, bonariamente, non è uno che ti frega – capito? // Gl’è una calìa quello lì! Oppure è difficile da avvicinare perché gl’è una persona che bi(so)gna tu gnene spieghi tutte... ti fa un monte di eccezione prima d’arrivare... in questo senso – ecco – considero una persona calìa. // Uno fa un monte di casino e basta! Dimolto fumo e poc’arrosto!
Z un monte di gentilezze, di seccature
PF un monte di sciocchezze
Gradit un monte di problemi