ovvìa
[ AG ] rafforzativi, attenuativi
GB

ovvìa
esclamazione

esortazione a far qualcosa oppure a lasciar perdere

SC SF RI

Cioè, fa cappotto, vòl dì che ha vinto tutto, buttato fòri tutti. Qualsiasi tipo di gioco: Ovvìa, l’ha fatto cappotto.

[A proposito di stare ’n donna] Vòr dire… la mi’ mamma la lo dicea quand’e’ s’era belle finito di fare le faccende, no?: Ovvìa, bambine, ora ci si mett’un po’ ’n donna. Un po’ a riposassi, volea dire. Ha capito? // Non venire più qui dentro! Tu mi fa’ smétte di’ venire! Tu ridi? Se te tu vieni dimórto, tu mi fa’ smétte di’ venire qui dentro. Ovvìa! // Se uno c’ha le chierle, l’è che ’ c’è… gl’è un po’… come ti posso dire? Quando uno l’è incazzato, lì. Ovvia! // Allora si dice: la muglia (c)om’una mucca. Capito? Ovvia! Te tu mi tiri su troppo le carze, dopo divento troppo ’gnorante, io! //
Allora! Sennò tu mi fa’ dire icché un voglio dire! […] ancora! Ecco. Ovvia. Non lo volevo dire…

Sì, ci pigliano ’n giro pe codesto, anche, si divertano gli stranieri... eh, l’uso, o via! Ovvìa! Come dire: lascia andare, cosa fai? Oppure: Ovvia, s’ha a andare? Come a ire, è come andare, no? Ovvia! E difatti mi fanno: ovvia! Ha’ visto quando ti fanno, fanno, ti fanno i’ verso a’ fiorentini, uno di questi gl’è l’ovvia. Ovvìa, dicano. // Sìeh! Eh! Ovvìa, si comincia! O: si principia! Come a dire: bòna! E questo si può dire in tante occasioni. Un esempio pratico: tutti si pol assistere a quande uno, a una persona che vò chiacchierare inutilmente e non si tiene ’n considerazione, e che generalmente quande si fa anche le riunioni, l’è sempre quello che arza la mano e dice: O bra(v)o, come l’è stato bravo lui. I’ solito ruffiano – no? – insomma, che dice le stesse cose: Ovvìa! Uno appena lo vede: Vai, ora si comincia! Perché una persona non è tenuta in considerazione.

Z registrato senza restrizioni d'uso

PF registrato senza restrizioni d'uso

DFD com. soprattutto nell'uso tosc. e lett.

Gradit tosc.