paternòstro
[ MB ] preparazioni gastronomiche
altre fonti

paternòstro
sost. maschile

varietà di pasta da minestra, usato quasi sempre al plurale

SC SF
avemarìa, avemmarìa

La pasta. E l’avemmarie quelle più piccole. / L’avemmarie e i paternostri. La pasta da... Io l’ho mangiata oggi. / I ditalini sono quelli grossi, sono i paternostri. E l’avemmarie sono quelli più piccini. Uguale, ma più piccoli. Minestra corta, con i’ minestrone si fa, solo co i’ minestrone, secondo me. / I’ passato di fagioli. / Si fa o paternostri o avemmarie. Sono ditalini... Piccini, piccini. Così. I paternostri saranno come quest’unghia, e l’avemmarie son così.

Son paternostri e avemmarìe. I’ paternostri… Allo(r)a. L’avemmaria l’è una nocciolina piccolina così, bucata. E i’ paternostro credo sia uguale, ma non mi vorrei sbagliare. Però c’erano paternostri e tutta pasta da fare in brodo, capito? O queste che qui co i’ passato di fagioli. Perché l’è pasta piccolina, paternostri, avemmarie, stortini. Capito? (R.: anche…?) Stortini. Son tutti tipi di pasta che ’ c’era una vòrta. Grandinina. Stelline. (R.: si comprava?) La si comprava. Se poi c’era chi se la facea da sé non lo so. E’ mi’ genitori l’hanno sempre compraha da i’ pizzicàgnolo. Paternostri e avemmarìe. (R.: erano in confezioni?) No, ma prima c(i) aveano le cose… Un è mica come ora, eh! Prima s’andava da i’ vinaio, si prendeva l’olio a etti. I’ vino a mezzi litri, quartini. Capito? I paternostri e l’avemmarie, t’andavi da i’ pizzicagnolo, dicei: canti sièmo? Cinque. Quaranta grammi… Va’ a fàtti dare du’ etti di paternostri da i’ pizzicàgnolo. I’ più delle vòrte si facea segnare, che ’ c’era ’ libretti pe segnare ’ debiti, no?, e paga(v)an a fine mese, cando riscoteano. Capito? Questo l’è i’ vero detto.

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