reverèndo
[ DQ ] caratteristiche del comportamento
parlato spontaneo
reverèndo a.
locuzione
essere come padre reverendissimo (la intendea benissimo ma quella dello spendere non la voleva intendere)
di persona avara
Uno che, un certo momento, sta, sta facendo vedere un, un oggetto che se ne, che lo vuò vendere a propia regola – no? – a propia regola, e gli vole illustrare i meriti, per cui quello segua (= séguita) a dire: Questo gl’è fatto così cosà, così cosà fino a che quello s’accorge, dice: Sì, effettivamente è bello... ma ’nsomma, arriva al fondo e quello non ne fa di niente, gli fa capire che in sostanza non gl’interessa, non glielo dice apertamente, allora quello gli sbotta e gli dice: Te tu sei come padre reverendissimo! Allora, perché padre reverendissimo? Perché padre reverendissimo la ’ntendea benissimo, ma quella dello spendere non la voleva ’ntendere! Te tu sei come padre reverendissimo! (R.: è dell’uso?) Sì, no, no, no questo... ripeto: chiaramente va, va collocato nell’occasione, uno l’è lì, pe non essere scortese, quello e’ seguita a dire: Sì riconosco, è bello... e quello gl’insiste pe, pe voleglielo vendere – no? – e, sì, appunto: Sì, sì, è vero, una cosa e un’antra, poi quello si stufa a forza di di elencargli i meriti, si accorge che quello un ne vuò fa di nulla e allora, a i’ limite della cosa: Te tu sei come padre reverendissimo, con tutto quello che ne consegue!