solvàggiolo, sorvàggiolo
[ LA ] lavorare bene o male
GB sovvàggiolo 'di un gonfio o rialto che faccia il vestito o qualcosa di simile'
solvàggiolo, sorvàggiolo
sost. maschile
il rigonfiamento duro presente in una fasciatura, in un rivestimento, in qualcosa che dovrebbe essere liscio e morbido (spec. nella locuzione: fare solvaggiolo)
SF
Sì, sorvàggiolo l’è… selvaggiolo l’è un po’… ’n so. Tu vò' fasciare, tu vò' preparar una cosa, e non l’hai preparata per bene, la t’ha fatto solvaggiolo. T’ha fatto solvaggiolo, cioè la un è venuta bellina… Sìe, vedi la t’ha fatto solvaggiolo? Cioè una cosa non fatta bene. Non… piegata bene. Non… una fascia. Penso. (R.: ad esempio, se uno si siede su un cuscino e sente un punto un po’ più duro…) Sì, appunto, son punti… C’è un sorvaggiolo, perché non er’un punto liscio. L’è uguale poi, magari, se tu facevi una fascia o fatta male, a bozzolo: T’ha’ fatto un sorvaggiolo! Uguale. L’era… Poteva esser anche per un cuscino, sì: Fa sorvaggiolo codesto cuscino! Cioè: fa blocco tutto ’n una parte.
Z raro per sovvaggio 'gonfiezza, rigonfiamento nei vestiti e sim.'
Gradit sovvaggiolo tosc. 'sostegno o rinforzo, in paglia, panno e sim., che viene interposto fra oggetti fragili per trasportarli senza che si rompano'; ' rigonfiamento di un abito, dovuto a difetti di confezione, di stiratura o anche alla presenza di oggetti posti al di sotto'