su
[ GR ] forme che interessano per l’aspetto fono-morfologico
parlato spontaneo
su
preposizione
a proposito di cibi corrisponde all'uso italiano di con
SF RI
Oggi c’ho le paste, un c’ho la minestra ’n brodo. O la minestra su i’ dado. // Sì, galletto. Un gallo giovane. Galletto. Vien bono le paste a i’ sugo su i’ galletto.
Quande facevano, perché non era sempre, quande pe le feste si mangiava di grasso, allora generalmente si cominciava una serie di portate – no? – mentre ora si comincia con gl’antipasti, prima era uso cominciare co un brodino. Brodino... Dice: Guarda, questo è un brodino fatto su i’ cappone, sulla gallina, ’nsomma i’ famoso lesso composto della testina di vitella... // Nerbone [noto rivenditore del Mercato centrale di piatti e panini a base di frattaglie] fa ancora i vecchi mangiari, poveri, de’ fiorentini. La trippa, in tutte le guise, i’ lampredotto, la testina, i’ ris’e i’ cavolo su, su i’ brodo di trippa. // I paternostri e l’avemarie si fanno o in brodo o a cacio e burro (liquido...); te t’hai a fare il conto: una perlina rettangolare...; i’ paternostro l’è più grosso, e poi si va alle nocciole, che le son più grosse ancora, e si fanno su’ fagioli, su’ ceci... // Durante la guerra facevano – presempio – come venìa bene le pastasciutte sull’acqua delle rape, sull’acqua delli spinaci... Mah – dice i’ mi’ babbo – io con quell’acqua: mi lavavo ’ piedi! No? Perché un la butta(v)an via l’acqua carda.