ultimo
[ GR ] forme che interessano per l’aspetto fono-morfologico
parlato spontaneo

ultimo a.
locuzione

da ultimo
alla fine

SC SF RI

I’ duraio più buono era quello che riusciva a lavorarlo tanto in modo che venisse più croccante. Più che era lavorato e più che venìa bono. Che sennò da ultimo, a forza di lavorarlo, diventava rigido, non potevano più plasmarlo, diciamo. Così. La lavorazione di’ duro... era bella vederlo fare, quest’affare così. Bello davvero! // Quando ’n una discussione che magari da ultimo vuole comunque insistere per avere questa ragione, conti... e poi anche pretende questa ragione con argomentazioni un po’ acide. Pìttima.

Io ho pescato molto con questa roba qui. Poi da ultimo m’ero dedicato, che io ora ho smesso totalmente d’andare a pescare per via di’ cuore, ha capito, per via di’ cuore e per via delle gambe. // Quando uno l’è… dice: Da ultimo la pigl’i’ diavolo per le corna, cioè la va fino ’n fondo. // La un gli more ma’ la lingua ’n bocca, a quella lì. La po’ dì da urtimo… forbice fin da urtimo. (R.: forbice?) / La vò sempre ragione. / Sempre ragion lei. / Fin da urtimo, forbici fino ’n fondo. // Un tirà tanto la corda, perché sennò da urtimo si spezza.

Ormai l’è un santantantonio questa che qui, bisogna me la sopporti fin da ultimo! // Sono arrivato a i’ fumo delle candele, val a dire gl’è arriato da ultimo. // (R.: fetidume si può riferire anche alla corruzione morale?) Odìo, sì, uno si può andà a troà tutti gl’aggettivi – ha’ isto? – sulla corruzione ce ne può esser una fila, da ultimo tu ci metti anche fetidume, voglio dire... // Gl’ha ’ piè ciócci quello che lì! La mi’ mamma poera donna la ce gl’aveva da urtimo, e gli dicea mé pà, gl’era dimorto vecchio: La mi costa più, più di scarpe che di pane! // Perché tu m’aizzi – porca miseria – da urtimo te le do! Tu mi fa’ venì i’ pizzicore alle mani, guarda! // Allora, uno parla parla parla e poi si ascolta [lapsus per ‘accorge’] che chi lo ascolta non lo vuole ascoltare per, pe delle ragioni sua, per cui quello se ne esce fori da urtimo incocciato, stufato… // Qualche volta – no? – scherzosamente, quando siamo giù nella stanza , gl’arrìa uno, da urtimo: Bah! Mancai che te – guarda – siamo belle a posto!

Z 'infine'

PF 'alla fine, in fondo'

DFD registrato senza restrizioni d'uso

Gradit com. 'in conclusione'