dannarsi
[ LA ] lavoro e fatica
GB dannarsi l'anima 'avere un grande ammattimento nel fare una cosa'
dannarsi
verbo intransitivo pronominale
usato anche assolutamente, darsi moltissimo da fare
SC
SF
barroccino
pigliarsi male a uno
Mi son dannato. Perché è come dire: Ho dato l’anima al diavolo, perché un riuscivo a trovarle, e mi sono dannato. Mi son dannato. Quello è senz’altro così. Cioè, secondo me, ma credo di esser nel giusto.
Mi son dannata… per qui’ vestito… qui vestito , mi son… tu ti se’… Fece una bruciatura, e per rimediare tu ti se’ dannata! / Mah, sta’ zitta! Non lo rammentare… / Poi l’ha’ buttato via? No tu l’ha’ accomodato… / Aah! Quello che comprai? Ah sì, eh! Quello, guarda, lo guarda(v)o stamani. Ho detto: lo porto su pe recitare… / Tu ti se’ dannata, e poi… / No, bellino l’era bellino, poi… la mi’ nora la mi disse: Macché, la un lo lavi, l’è propio… l’è novo – comprato su i’ barroccino ’n piazza –. E ’nvece io, sai, la mi’ figliola dice: Mah, sarebbe meglio, tu lo lavassi… ’Nsomma, port’un esempio: L’era così, l’è diventato così [indica una misura grande e poi una misura piccola]. Bellino è bellino. Ora prov’a stiràllo. / ’Nsomma, un è codesto i’ dannato. I’ dannato gl’è quando tu ti stai… lasciato l’impronta di’ ferro su qui’ vestito… / No… che la mi’ nipote la me lo tagliò? Di’ matrimonio… Io c’aveo un matrimonio – allora lavoravo ’n casa, no? – e sicché si fece una volata pe finire ’sto vestito… ’sti vestiti… E la venne la mamma dello sposo. Dice: Via, la guardi, signora C., la venga a provàssi, così, colla sua amica… / Sì sì sì! E mentre che ero lì che… la lo provò, lei: Ah!, bellino, guarda come mi sta bene, sì sì! E’ vo di là, porto ’n gruccia questo vestito, lo metto di là e c’è la… sento una lavorante mia, la mi fa: [tono disperato] Ah! Oh! M.! Guarda icché…! / Icché t’ha’ fatto?! – Un aveo coraggio a andà di là –. La mi’ nipote la prese i’ vestito così, le forbici… Bum. La mattina si dovea sposare i’ figliolo. Sicché io manca poco mi si piglia male: Signora C., si va a trovare un vestito da quarche parte, all’ultim’ora così, sicché… dico… / Macché, signora, cerchiamo di rimediare, una cosa, un’antra… E allora andai da… andai lì alla Casa de’ tessuti a sentì s’e’ c’era la roba, un ce n’era più. Perché gn’andaa (?) rifatto tutt’i’ davanti, ’nvece non ce n’era più. Allora comprai di’ raso e gni feci tutt’un bordo di raso, tutto girato così, e davanti qui gni feci formare un fiocco, sicché… / Sicché la s’è dannata! / …si fece quasi mattina colla mi’ la… Lì mi son davvero dannata! / La mi’ figliola la s’è dannata una volta a cercare un costume. L’aveva quattordici o quindic’anni. Sedici. La S. l’era piccina. Siccome l’aveva i’ vizio di piglià la roba della su’ cugina pe mèttissela (sic) addosso – l’era la mi’ nipote – ’nsomma, gira rigira, poi gnene trovarono dietro un , la l’aveva fatto tutto a striscioline. Che l’era gelosa marcia della su’ cugina perché la si metteva i’ du’ pezzi, perché l’andava a i’ mare, capito?
Z 'tormentarsi'
PF 'affaticarsi penosamente'
DFD 'affaticarsi, arrovellarsi, inquietarsi'
Gradit com. 'affaticarsi, arrovellarsi; impegnarsi fino allo spasimo '