grónda
[ VE ] vestiti e accessori
GB
grónda
sost. femminile
ondulazioni nell'orlo di un abito tagliato di sbieco o anche di una tovaglia, ricorre soprattutto in fare le gronde o vestito a gronde
Sai cosa sono anche le grónde? Quelle del... quando... I’ cappotto in tralice, le gonne a godé, le gronde sono quelle... no? Quelle così, che poi s’allargano. Son le gronde. // Le gronde son le cose... quelle che raccolgan l’acqua. Le gronde. Oppure, oppure... Le gonne a godé (= godet), per tornare bene devono esser belline le gronde, tutt’uguale. Le gronde cosa sono? Ha’ presente la gonna godé, in tralice, cioè? Eh, che le fanno una specie di... di cosa qui, qui, qui e qui. Perché l’è così, te tu te la metti, e... – io un so disegnare – però sarebbe... che la ti fa... Così, così... No? Eh, quelle son le gronde. Le gronde delle sottane. Ora, a parte, si porta tutte ’ pantaloni. // Le gronde sì, sono quando il vestito o la tovaglia o così fanno tutte queste arricciature, quello che cade così sono a gronde, i’ vestito a gronde. Capito? Questo... Una tovaglia, una cosa... Casca bene... O si dice: casca bene. (R.: a bacchetta?) Che scende a bacchetta: che scende dritto. Le bacchette sò(no) dritte, non fa le gronde, scende dritto. È il contrario.
Fa le gronde sì, si può dire, si può dire fa le gronde appunto se gl’è tagliato anche ’n tralice, val a dire la stoffa no messa in diritto, allora viene un tonacone ma in tralice: la fa le gronde, allora viene detto fa le gronde perché se l’è in tralice viene tutto co le gronde, se l’è in diritto viene un tonacone, la parola che s’era detto avanti. L’è quistione di taglio.