sortire (sòrte)
[ CA ] casa: edificio e annessi
GB
sortire (sòrte)
verbo intransitivo
uscire
SC
SF
RI
entrare nel pigio
Che tu ci venga anch’a dire una vòrta s’entra di chi (= qui), una vòrta s’entra di là, come si fa a ricordàsselo, noi? / Di dó(ve) si dè(v)e sortì? Dicea. / Dimmi di dóe si dèe sortire e entrare, perché io ancora un ho capiho nulla! Così. Si bisticciarono, la prese e venne via. E sa’, l’er’un tipo, la venne via e un è tornaha più. Soggetto propio fiorentino… // Presempio, come si dice? O si dice: l’è una palla a i’ piede, chesta chi (= questa qui), che la un sòrte mai.
Entrare nel pigìo vòr dire anch’entrare in de’ posti che un c’è uscita, un ci riesce di sortire. // Infatti, mi ricordo anche, d’aver sentito dire, quand’ero : Gl’ha bevuto quattro o cinque gòtti di vino. Cioè ne bevevano uno dietro l’altro, capito, per soddisfarzi. E sortìvan fòri briachi. // Perché i’ ragazzo gl’esce quando decide di sortire.
A una certa età un gli ri..., un è abbastanza spigliato, un gli riesce sortì da i’ guscio di casa! Questo sì, l’ho sentito dire, eh! Uno che tarda a un certo momento avendo già l’età a non pigliare la..., la porta e uscire di casa. Un gli riesce d’uscì da i’ su’ guscio! // Sì questo sì! Ma no: caccia! Si dice: i’ lupo sorte fòri perché l’ha fame! Oppure: l’è uscito da i’ bosco… / L’è sortito dalla tana! /
L’è sorti(t)o dalla tana perché l’avea fame! // Sempre in senso dispregiativo, uno che... che è male in arnese, sorte da un’influenza oppure si vede male: Mah… e’ sembra la morte ’n vacanza! // Sto tutt’i’ giorno ’n ciabatte! Oggi le scarpe un me le metto, un sorto neanche!
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