tasca
[ AG ] imbrogli e raggiri
altre fonti andare in tasca a uno

tasca a.
locuzione

a. andare / tirare / mettere / buttare in tasca a uno, b. prenderlo / pigliarlo in tasca
eufem. a. dare una fregatura, imbrogliare; b. prendere una fregatura, essere imbrogliato

SC SF RI
prendere uno all'esca
tirar su / fare le calze a uno
fare un / il bettarello a uno
figliol d'un prete

Quando uno vò... tiràllo ’n tasca a qualcheduno ’nsomma, ecco: Eh, l’ha belle preso, vài, all’esca! Si dice.

Io l’ho sempre sentito dire: L’ha preso in tasca, per dire: È stato fregato.

(R.: con cosa si prendono i pesci?) Coll’esca. (R.: o con l’amo?) No, i’ lamo un c’entra nulla. Perché se a i’ lamo un tu ci metti l’esca, i’ pesce ti va più che in tasca. // Sì, far le carze, sì. Sai cante (= quante) carze ho fatto io, la mattina alle tre e mezzo? Quando se ne mette in tasca a quarcheduno. Fo le carze a te e alla settima generazione tua. Pe modo di’ dirti. Per dire che uno l’è furbo. // Codesto non lo conosco, però i’ bettarèllo tu gnene (= glielo) fai a una persona quando tu gnene vò mettere in tasca. E tu gni fa’ un bettarèllo. Un bettarèllo. capito? Quando una persona, io dico, gnene voglio buttare in tasca a F., gni dico una cosa e poi ne fo un’antra. // Te tu se’ figliò’ d’un prete! Furbo com’i preti, furbo come... Furbo. Sì sì. E che te li può tirar in tasca. // Sì! Va a pìglialo (sic) ’n tasca. L’era un offesa. / Va a pìglialo ’n tasca ora un lo dican più: va a pìglialo ’n tasca. Ora dican proprio... come l’è! / Ma ’nvece si diceva: Va a pìglialo ’n tasca! / Sì, come dire: Sòrti di chi (= qui), vai, va’ a pìglialo ’n tasca! Ora dicano va a fà ’n culo, ’nsomma. ’Nvece noi queste cose un si dicevano.

Piglià una fregatura! Questo sì! Me l’ha tirato ’n tasca! Pe non adoprare la parola volgare... in tasca senz’altro: questo da sempre, fin da ragazzino. Me l’ha tirao ’n tasca: così. In famiglia si dicea così, fra amici si dicea in quell’altra maniera! Me l’ha tirato ’n tasca!

Z prenderla in tasca volg. 'essere ingannati, imbrogliati'