vociare (vócia)
[ AG ] liti e percosse
GB

vociare (vócia)
verbo intransitivo

parlare urlando, rivolgersi a qualcuno urlando

SF RI
bécero
bociare (bócia)
leticata

Un becero l’è uno che sparla. / L’è uno che bocia! / Che vocia e, e parl..., e sparla Che sparla, che, che dice delle (c)ose /… L’è un chiacchierone, l’è un boccalone. / E l’è un becero si dice anche, (gu)arda si dice... E’ vocia. Pe me becero l’è uno che sì, pe fassi (c)apire e’ vocia, ma anche dice le (c)ose (ch)e un son vere, l’è un becero, aito (= capito). // Si diceva, per esempio, no: a volte, ’n so, una perzona la gli doveva dire qualche cosa, lo diceva malamente, vociando, facend’una leticata, anche fra loro.

Un diecino di fagioli sen, senza condire. Dice: Poi? / Poi – dice – un voglio più nulla. Sicché quello guarda male, quello li vocia: Un diecino di fagioli senza condire, pane ce n’ha da sé, vino un ne beve! // Trombone, cioè a dire uno, questi tromboni sono questi che vociano e che dicano, tengono un discorso: da tromboni, cioè a dire: demagogico, retorico (R.: vuoto?) Vuoto: nella sostanza, ma nella forma – diciamo così – gl’eccita gli animi! // Eh, chetare ’ creditori bisogna tu li paghi sennò vociano come, come faine!

Z registrato senza restrizioni d'uso

PF registrato senza restrizioni d'uso

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Gradit com.