sprangaio
[ LA ] mestieri
GB

sprangaio
sost. maschile

artigiano ambulante che riparava i manufatti di terracotta con listelle di metallo; spesso riparava anche gli ombrelli

SF RI
raccomodare (raccòmoda)
duraio
avvolticciolare (avvoltìcciola)

Sprangaio l’è quell’e’ raccomoda le cose… gli ombrelli e i catini di ceramica o di terracotta, come li vòle che… li chiamavano sprangai. Catini di terracotta, di ceramica, catini, cose… catinelle, lavapiedi, no? sempre in ceramica, o terracotta, a seconda di come uno… C’erano in ceramica, chi ce l’avea… C’era anche… Diciamo, più belli l’eran quelli in ceramica, poi c’erano in terracotta, che se a uno gli cascava gli veniva tutta la grettatura, ma non si rompeva. Allora chiedevano l’intervento dello sprangaio, e lo sprangaio che cosa faceva? C’era i’ catino tondo così, ni’ mezzo c’era la grettatura, allora lui c’aveva un trapanino. Un trapanino… lo sa che cos’è un trapanino? Quello che fa ’ buchi. Però a mano. Era un’asta lunga co… un’asta ni’ mezzo, e avvolticciolato c’era tutta una corda. In fondo, c’era una una palla grande così, che di sotto veniva fòri una puntina di acciaio. Facendo questo movimento che qui, questa corda l’andava ’n su e in giù, la faceva girare… Guardi che ’nvenzione, eh! E lui con questo attrezzo faceva ’ buchini. E’ faceva: qui c’era la grettatura, no? Faceva: uno qui, e uno qui. Pi: uno qui e uno qui. Uno qui e uno qui. [gesto] Uno qui e uno qui. E questo l’era… Poi prendeva… C’aveva de… anche de’ cosi… delle aste di ombrello… di ombrelli. L’ha presente? Ci sono queste aste, dentro. Quande l’eran rotti, vero, ombrelli rotti, ombrelli vecchi. Lui… quelle cose lì sono di ferro, no? Queste aste sono… Nemmeno di ferro: sono una specie d’acciaio. Lui li rompeva colla cosa, colle tronchesi, li piegava, e li infilava, dentro, ne metteva: uno qui e uno qui. Ai buchini. Uno qui e uno qui. Poi li ribatteva, piano piano. E sopra a questa grettatura ci passava una specie di… Io, per me, l’era gesso, poi, un lo so, l’era roba bianca, io un… un mi sapevo rènde conto, da ragazzo. Che io li ho visti lavorare, questa gente. E’ ci passavan sopra questa roba, ’nsomma, praticamente, i’ catino l’era sano. Un si rompeva più non versava più. E i’ catino gl’andava avanti pe diverso tempo. Facevano perché un catino e’ costava magari, ’n so, una certa cifra: ’nvece, fare questa riparazione poteva costare una lira, ’n so, cinquanta centesimi. A quell’epoca. E allora e’ si chiamavano, e quando giravano per la strada, questa gente, c’avevano la cassetta degl’attrezzi, di ferro, co una cinghia, che la portavan qui, sulla spalla, e giravano. E facevano: Ombrellaio! Sprangaio! Riparavano gl’ombrelli e sprangavano catini, catinelle, lavapiedi… // A volte le pentole fesse le vanno più avanti di chelle nuove. Le pentole di coccio, intendiamoci bene. C’era l’ombrellaio sprangaio, bah, quando passava, per la strada: Ombrellaio sprangaio! / Ancora! / Eh? No, ora, le spranghe le mettevano alle conche, a’ tegami… / Le spranghe no, ma ’nsomma, l’ombrellaio e’ passa, accomoda ombrelli… / Facevano come così… / I’ mi’ nonno faceva… Un a uno, faceva, un a uno, a grappetta, praticamente… / Una grappa, e poi la cosavano, gli davano la carcina o un lo so, i’ gesso, roba di chesto genere, e quelle andavano avanti quanto…

E poi… questi tipici venditori – guarda – che erano… (R.: il duraio?) I’ duraio… i’ duraio, quello che lì, che erano… certo ora tu lo vedi, ora tu li vedi con un occhio di – come dire? – di nostalgia, se tu vòi, ma l’è una nostalgia che ti riporta a momenti di grande miseria. Poi c’era chello che riparava le conche: Ombrellaio, sprangaio, conche e… e andava a riparare, perché a quell’epoca le lavatrici le un c’erano, c’erano le conche – no? – e la conca qualche volta s’incrinava! Allora icché veniva, quest’omino che c’aveva una specie di trapano, con così, cosino così a filo – no? – li conosci queste cose? Mettea delle grappettine, poi faceva una saldatura, perché comprà una conca e’ bisogna(v)a che, la gente un se la comprava mica tranquillamente! Gli ombrelli li facean riparare, poi c’era l’arrotino, con la biciretta, e con la… anzi! Nemmen la biciretta, c’è i’ carro co un pedale, è tutta – guarda – tutta una, una, una umanità una vita di, di che se tu la ricordi ora, ecco io son lieto, contento d’avella vissuta – lo sai?

Z tosc.

PF tosc.

Gradit tosc.