troiaio
[ LA ] lavorare bene o male
altre fonti 'di qualsiasi cosa riuscita male, di un lavoro eseguito malamente, spec. rammendo o cucitura' (GB 'luogo di sudicerie' e anche 'cosa sudicia, spazzatura')

troiaio
sost. maschile

intruglio, pietanza improvvisata, mescolanza di ingredienti; lavoro mal fatto; cosa pessima, porcheria; di persona in cattive condizioni di salute; di brutta condizione esistenziale

SC SF RI
sbròscia
buglióne
ribóngia
borbottino
trogolóne
piaccicòtto
Ziba, Zibo
fare (pane e) paniccia di uno

(R.: cos’è un troiaio?) I’ troiaio vien da’ maiali. / Chiaramente. Da trogolo, probabilmente. / ’Ndove mangiano ’ maiali. / I’ troiaio l’è buono e cattivo. / C’è di tutto: Ho fatto un troiaio, Madonna… / T’ha’ fatto un troiaio un ci si capisce nulla! Cattiva… brutta scrittura… cose… Oppure: Senti che troiaino bono che ’ t’ho fatto! Cioè, troiaio. // (R: come si dice?) Sbroscia, pe dire un tr… un troiaio: Ha fatto una sbroscia chi (= qui), ’n sa di nulla! // Un buglione l’è un… tipo pastone tipo tro… un buglione, almeno per me l’è un troiaino, un troiaio: Codesto buglione un si sa icché sia, né pasta, né riso né… né verdura. // Una specie di una mescoluccia di robaccia: Che l’è questa ribongia? L’è rimasta tutta ribongia! L’è rimasto tutto i’ troiaio. // Quindi l’è un galestrino, i’ campo co i’ galèstro. E lì ci viene l’uva galèstro. Che una volta l’era un troiaio perché l’era aspra, ora va di moda. // T’ha’ trovato un mobile a caso! Cioè, come dire: te l’hanno messo ’n tasca perché l’er’un troiaio. // L’è un cerotto. Oggi si direbbe: l’è un troiaio. Io lo dico sempre, che... Quando... O particolarmente stanca... Propio un troiaio, oggi mi sento propio un troiaio. // Ziba, che è propio denigra… ma anche zitella è negativo. Io mi son sempre chiesta perché scapolo c’ha tutta… ’sto fascino, e zitella è un troiaio.

Tu vò’ fare un mangiare e ti riesce male: M’è venuto un borbottino, assaggialo se ti piace, sennò lo butto via! (R.: come dire un troiaio?) Un troiaio o borbottino l’è uguale. Pe i’ mangiare si dice un troiaio… // Si dice ancora, troiaio. / Madonna, che troiaio l’è questo! Una cosa che vien male. Un vestito riuscito male. Mamma mia! Oppure, ’n so, l’è venuto male, ugni (= non gli) sta bene addosso: Madonna, che troiaio che t’ha’ fatto! Anche un rammendo. Comunque, può esser l’un e l’altro. / Sì, ma troiaio è una cosa venuta male. Una cosa fatta male. // Messo tanta roba… tanti piaccicotti insieme, e viene un troiaio. // Anche ’ calzini, fo pe dire: ecco, quello, e’ porto l’esempio della mi’ nora. L’è un disastro! I’ mi’ figliolo buca tutti i carzini in cima. Tutti in cima. E lei la piglia, la li chiude così, e’ viene un salsicciòtto, ma di quelli! Propio! E’ dico: Madonna… Buttali via! Perché a me questi troiai propio un mi piacciono.

In sostanza, sempre riferendosi a un qualcosa che gl’era stao mescolato: T’ha’ fatto una paniccia! Un troiaio, un mes... Gl’ha fatto una mescolanza... // Io mi son ritrovato da ragazzo in una... Quest’agenzia – t’ho detto – ’ndove mi... c’era... que’ troiai lì, che non pagaa le tasse, lui: mai! E ogni tanto venìa i’ camioncino giallo, che era conosciuto ’n tutta Firenze, quello di’ Comune o delle tasse.

Z 'luogo, ambiente sudicio', 'ammasso di sporcizia'; volg. tosc. 'porcata, porcheria'

PF spreg. volg. 'luogo, ambiente sudicio', 'mucchio di sudiciume'

DFD 'luogo, ambiente sudicio'

Gradit 'luogo molto sporco e disordinato'